Il genere poliziesco è un genere letterario che prevede un’indagine su un crimine, con un colpevole, una vittima, un movente e un modus operandi. Ha avuto origine a metà del XIX secolo con i tre racconti di Edgar Allan Poe: The Murders in the Rue Morgue, 1841 (I delitti della Rue Morgue), The Mystery of Marie Roget, 1842 (Il mistero di Marie Roget) e The Purloined Letter, 1845 (La lettera rubata). Alla fine del secolo si affermarono Sherlock Holmes e Arsenio Lupin, che resero famoso il genere poliziesco. A differenza di altri generi letterari, che derivano da generi precedenti che si sono modificati nel tempo, o da tendenze filosofiche e politiche, il genere poliziesco è detto autonomo perché non è nato da un genere preesistente, ma piuttosto dall’emergere della cronaca e della scienza forense. Ogni paese ha conferito al genere un tocco unico, influenzato dalla propria cultura, dal clima e dalle tradizioni. Per esempio, i romanzi polizieschi americani danno più importanza all’azione e alle emozioni forti mentre quelli scandinavi si distinguono per una tranquillità opprimente e una dimensione introspettiva. In Italia, questo genere prende il nome di «romanzi gialli» in riferimento alle copertine gialle dei primi romanzi polizieschi. Ha conquistato una fama internazionale grazie alle sue descrizioni evocative, trame complesse e il suo umorismo. Tuttavia, possiamo notare che molti autori stranieri di romanzi polizieschi ambientano le loro storie in Italia e non nel loro paese natale. In questo articolo, esploreremo perché e come utilizzano l’Italia per creare scenari polizieschi.
Luogo affascinante e atmosfera misteriosa
Il crimine ha un’atmosfera oscura, misteriosa e affascinante che le città italiane portano alla storia, come in «Hallowe’en Party», 1969 (Poirot e la strage degli innocenti) di Agata Christie. In questo romanzo, Hercule Poirot viene chiamato a Venezia per risolvere un cosiddetto crimine soprannaturale. Sebbene l’obiettivo principale del detective sia quello di razionalizzare l’enigma, si ritrova presto intrappolato dalla paura ispirata dagli spiriti. Chi non lo sarebbe, immerso nel cuore di Venezia e dei suoi canali nebbiosi, delle sue calli tortuose e dei suoi palazzi slanciati. Questa atmosfera misteriosa e oscura si ritrova anche nel libro Angeli e demoni (2000) di Dan Brown. Qui siamo a Roma, in un’indagine leggendaria che contrappone gli Illuminati all’oscurantismo della religione cattolica. Non è solo l’architettura italiana a ispirare gli autori, ma anche i numerosi monumenti che hanno resistito alla prova del tempo, del dramma e delle credenze. L’autore utilizzerà questi luoghi storici come scene del crimine, descrivendo gli omicidi nelle chiese più visitate o nelle fontane più sontuose. Anche Donna Leon, scrittrice americana di successo, sfrutta nella sua serie del commissario Brunetti uno sfondo ricco di storia culturale e artistica per esplorare temi come i crimini finanziari e le tensioni politiche. Tutto ciò dimostra che l’atmosfera misteriosa dell’Italia, tanto amata dagli autori stranieri, è in gran parte dovuta al fatto che il panorama italiano offre un quadro in cui esiste una dualità affascinante. In effetti, l’Italia è combattuta tra la sua bellezza e la brutalità dei crimini commessi al suo interno. Gli autori amano utilizzare, da un lato, i paesaggi paradisiaci italiani, la loro storia e la loro arte, e dall’altro la corruzione, la criminalità e il degrado, per creare un’ambientazione malsana e intrigante.
La diversità dei paesaggi italiani
I paesaggi molto diversi dell’Italia sono fonte di ispirazione per la scrittura di romanzi polizieschi. I villaggi pittoreschi e le grandi metropoli offrono scenari ideali: dalle strade urbane vivaci ai paesaggi rurali isolati. Questi ambienti permettono di raccontare storie molto diverse. Ad esempio, la campagna italiana diventa spesso il luogo ideale per esplorare temi come l’omertà, le vendette di famiglia o la criminalità organizzata, mentre le città sono rappresentate come luoghi di incontro tra potere politico, corruzione e criminalità. Michael Dibdin, autore britannico, ha capito perfettamente come giocare con questa dinamica. Alcuni dei suoi romanzi, come Vendetta (1990), sottolineano il contrasto tra la natura calma della campagna italiana e la sua silenziosa violenza, mentre altri, come Ratking (1988), si concentrano sulle lotte di potere nella grande città.
Contrasto tra la rigorosa indagine della polizia e la lenta e caotica “dolce vita”
La dolce vita è una filosofia italiana basata su uno stile di vita dolce, lento e senza problemi. Sebbene sia in contrasto con la trama poliziesca, viene spesso utilizzata, al contrario, a fini comici. Emerge il personaggio del poliziotto italiano gioviale, disorganizzato e senza scrupoli. Queste caratteristiche sono chiaramente evidenti nel racconto di Fred Vargas (Frédérique Audoin-Rouzeau), Ceux qui vont mourir te saluent (1994), in cui l’autrice mette in scena un omicidio a Roma dove un poliziotto locale si allea con un investigatore francese di Parigi. Nella calda atmosfera di un’estate romana, dove il mistero è pesante e travolgente, abbiamo da una parte un poliziotto amichevole e familiare sopraffatto dalle emozioni quando vede i cadaveri e dall’altra un investigatore francese rigido, freddo e metodico che sembra aver già visto tutto.
Stereotipo: storia familiare, tradizione religiosa
Come abbiamo già detto, l’Italia ha una propensione stereotipata per il crimine e l’investigazione, per la gioia degli autori. La filosofia italiana non riguarda solo la dolce vita; anche i temi del crimine, come la storia della famiglia e la tradizione religiosa, permeano la mentalità italiana. Allo stesso tempo, non dimentichiamo uno dei temi principali del giallo, che proviene dalla cultura italiana: la mafia. In Ceux qui vont mourir te saluent di Fred Vargas, non si tratta di mafia ma di un segreto di famiglia, poiché la trama ruota attorno alla figlia nascosta di un vescovo. Il che ci porta al nostro secondo stereotipo, la tradizione religiosa. Con Fred Vargas, è chiaro che la tradizione religiosa è al centro della storia, che vede protagonisti un vescovo, un pio bibliotecario e, soprattutto, il Vaticano. Il Vaticano è al centro delle indagini anche in Angeli e demoni, dove Dan Brown immagina una serie di omicidi che prevedono il sacrificio di vescovi mentre il mondo cattolico attende un nuovo Papa, nell’ambito della lotta degli Illuminati contro la Chiesa cattolica.
Conclusione
In conclusione, l’Italia si rivela una scelta ideale per i romanzi polizieschi grazie alla sua capacità di ispirare storie ricche di contrasti e di suggestioni. Gli autori riescono a combinare armoniosamente bellezza e orrore, stereotipi e autenticità, tensione e umorismo, grandezza e pittoresco. Questa dualità costante genera un’atmosfera unica, attraverso la quale si possono raccontare brutali verità che risvegliano la nostra umanità. Tale equilibrio rafforza in modo sottile la suspense di un’indagine di polizia. Così, l’Italia, con la varietà delle sue caratteristiche, della sua cultura e dei suoi stereotipi, offre agli autori un terreno inesauribile per raccontare storie ricche di azione e profondità.
Riferimenti bibliografici
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PRANDINI BUCKLER Patricia, 2014, Bloody Italy: Essays on Crime Writing in Italian Settings, Jefferson, McFarland, 207 p.
VARGAS Fred, 1994, Ceux qui vont mourir te saluent, Paris, Éditions Viviane Hamy, 208 p.
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Cette page a été rédigée pour la revue ROMA 5/2024 par Lisa Devondel et Louis Stevens. |