Avoir la tête dans les nuages Être dans la lune |
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Estar con la cabeza en las nubes | |
AVERE LA TESTA FRA LE NUVOLE | |
Estar com a cabeça nas nuvens | |
A fi cu capul în nori |
Avere la testa fra le nuvole
Nel Libro di Giobbe (20:6) è scritto “et caput eius nubes tetigerit” (Vulgata) che significa ‘e la sua testa tocca il cielo’. È un significato letterale.
In spagnolo, è estar con la cabeza en las nubes; in francese avoir la tête dans les nuages; in portoghese estar com a cabeça nas nuvens e in rumeno a fi cu capul în nori. È un’espressione corrente in italiano.
È una metafora che si usa per indicare una persona distratta. Si può notare che nubes in latino è rimasto in spagnolo ma è diventato nuvens in portoghese. Caput è diventato capul in rumeno. Si può mettere in parallelo con le espressioni contrarie avere i piedi per terra che designa una persona con spirito o atteggiamento di concretezza o ancora avere la testa sulle spalle che designa allora una persona responsabile, saggia. Si nota direttamente l’opposizione tra la terra, si concentra sulla realtà, e il cielo, al di sopra di tutto, scollegato da ogni realtà terrena. L’espressione può essere collegata alla commedia di Aristofane, si chiama Le Nuvole. Nella storia, Socrate medita in un cesto fluttuante sopra il suolo e contempla il cielo.
Riferimenti bibliografici
DE MAURO, I Nuovo De Mauro, s. v. avere la testa sulle spalle, https://dizionario.internazionale.it/parola/avere-la-testa-sulle-spalle; s. v. con i piedi per terra, https://dizionario.internazionale.it/parola/con-i-piedi-per-terra, ultima consultazione il 8/11/2020.
HOEPLI, Dizionario dei Modi di dire, s. v. testa, https://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire, ultima consultazione il 8/11/2020.
LATIN VULGATE, The Book of Job, http://www.latinvulgate.com/lv/verse.aspx?t=0&b=20&c=20, ultima consultazione il 10/11/2020.
***, Glosbe, s. v. avere la testa fra le nuvole, https://it.glosbe.com/it/it/avere%20la%20testa%20fra%20le%20nuvole, ultima consultazione il 8/11/2020.
Cette notice a été rédigée pour la revue ROMA 1/2020 par Abigael Gillet. |