Natalia Ginzburg è una scrittrice nata a Palermo nel 1916, è considerata come una delle figure di primo piano della letteratura del XX secolo e in particolare una figura importante del movimento antifascista dell’epoca. Ha conosciuto l’esilio, in Abruzzo, fra il 1940 e il 1943 (di cui parla nel suo romanzo Le piccole virtù), è stata molto attiva politicamente a partire dagli anni quaranta, dopo il suo esilio, e la morte del marito.
Negli anni ‘50, quando si risposò con Gabriele Baldini e lasciò l’Italia per l’Inghilterra, inizia un importante periodo di produzione letteraria dove mescola i temi della famiglia, dell’introspezione e della memoria. Pubblica numerosi saggi, numerosi romanzi, ma anche opere teatrali. Morì a Roma nel 1991, dopo essere stata eletta nel 1983 al Parlamento italiano nelle file del partito comunista.
Le piccole virtù è un libro composto da 11 racconti scritti tra il 1943 e il 1962, quasi tutti pubblicati su riviste italiane. È stato pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1962.
Natalia Ginzburg ha dedicato il libro a un amico, che ha mantenuto anonimo. Il libro appartiene a due generi letterari, narrativo e saggistico. Ci racconta della sua reclusione in un piccolo villaggio dell’Abruzzo (al seguito del marito che era stato mandato lì in esilio) e delle sue riflessioni sul valore del denaro, della famiglia, della melancolia... il tutto veicolato dal suo talento nel maneggiare il lessico famigliare.
L’opera di Natalia Ginzburg è tradotta in molte lingue: le principali sono l’italiano, il francese, lo spagnolo, l’inglese. Si possono tuttavia trovare anche traduzioni in tedesco, portoghese, arabo, basco, ebraico, persiano, norvegese e svedese. Queste sono le edizioni che abbiamo trovato noi. Ciò dimostra, da un lato, che il romanzo ha conosciuto una certa diffusione e, dall’altro, che continua a registrare un certo successo in tutto il mondo. Le riflessioni del romanzo di Ginzburg sono una fonte di ispirazione per molte persone.
Lo stile narrativo della scrittrice non è veramente stabile, al contrario, è mutevole. Si parla infatti di un’evoluzione del suo stile narrativo, messo in relazione con eventi che turbano la sua vita personale ; poiché si tratta di un racconto autobiografico, il tono cambia a seconda dell’epoca in cui scrive.
Per Le piccole virtù si tratta in particolare di un lavoro di composizione che l’autrice ha effettuato abbastanza tardi. Accanto a questi racconti, produceva brevi romanzi come Lessico famigliare (uno dei romanzi più noti, anch’esso di carattere autobiografico) in cui si percepisce questo cambiamento di stile solo in relazione alle piccole virtù.
Con il passare del tempo la voce di Natalia Ginzburg si fa più impegnata, più ferma o più “matura”, come indica Giuliana Benvenuti nel suo articolo Natalia Ginzburg saggista, a causa del periodo della guerra che segna una vera e propria cesura nella sua vita.
Infatti, la raccolta vuole essere cronologica, divisa in due parti, ma i cui racconti seguono un ordine cronologico. Possiamo dire che, in maniera generale, possiede una scrittura semplice e limpida, nel senso che Natalia cerca soprattutto di trasmettere questi valori e concetti importanti alle generazioni successive, valori che sono scomparsi durante la guerra, e che è importante per lei ricordare ai giovani, per evitare così quella disumanità che ha colpito la propria generazione. Ecco perché nelle piccole virtù, a sfondo autobiografico, cerca di parlarci di argomenti universali.
Ciò che è particolare di questa raccolta è il contrasto tra il tono intimista e il discorso universale che cerca di trasmettere alla nuova generazione. Natalia Ginzburg ci racconta una serie di eventi personali (la perdita di un amico, il suo esilio, il suo divorzio...) e ci confida i suoi pensieri e sentimenti più intimi. Sullo sfondo di questa intimità si trova un’intenzione di universalità, c’è una sorta di equilibrio tra questa voce singolare che lascia trasparire una parte della sua esperienza di vita, e questa voce più universale, presa nel suo insieme e che rappresenta la volontà di mettere in evidenza "le grandi virtù che travalicano le piccole virtù borghesi". Si può anche notare che più passa il tempo e meno si sente la voce di Natalia Ginzburg. La maggior parte del tempo, d'altronde, si parla più di un "noi" che di un "io", poiché essa rappresenta più una voce comune che una voce singola. Si parla di un tono, percepibile fin dall'inizio, che si purifica, per raggiungere lo stile saggistico che caratterizza alla fine la sua scrittura.
Nel romanzo di Natalia Ginzburg, questa contraddizione tra la dimensione intimista e la dimensione universale si percepisce attraverso il limite dell'espressione delle parole che designano queste virtù. Dimostra che non è sempre necessario spiegare quali sono queste virtù, e questo attraverso la sua esperienza, c'è una parte di immanenza in queste virtù, qualcosa che va al di là di ciò che si può dire. C'è un vuoto tra la parola e ciò che realmente sono le cose. È un vuoto, un confine che non si può colmare. Questo è d'altronde l'oggetto di uno di questi racconti nella sua raccolta: Silenzio. Vi fa riferimento nel momento in cui la parola è inutile per designare la violenza e la sofferenza che la sua generazione ha vissuto, è qualcosa che si sente, non che si descrive, questo è il silenzio che si può avere con gli altri. Altre volte scrive che, al contrario, il silenzio è una sofferenza ed è necessario potersi esprimere, nel senso di una catarsi. È il silenzio con se stessi.
"Per quanto riguarda l'educazione dei bambini, penso che non si debbano insegnare loro le piccole virtù, ma le grandi.”
Questa citazione è l'introduzione all'ultimo racconto, "Le piccole virtù", proprio quello che dà il titolo al romanzo. Questa frase ci permette di cogliere il significato ironico del titolo. Mentre cercavamo di trovare e comprendere queste famose virtù nel romanzo, in realtà non si tratta di evidenziarle ma di criticarle. L'autrice esprime il suo disprezzo per i costumi piccolo borghesi (saper risparmiare, negoziare, essere scaltri, prudenti e desiderosi di successo) che contrappone alle grandi virtù (generosità, coraggio, conoscenza e voglia di esistere). La citazione evidenzia anche il secondo tema: l'educazione. Infatti, Natalia Ginzburg cerca di capire come insegnare le grandi virtù mentre il denaro ci spinge verso quelle piccole. È attraverso la vocazione, la passione della vita, che non si preoccupa del denaro, che si può accedere alle grandi virtù. E la sua trasmissione inizia diventando propria. "L'amore per la vita genera amore per la vita”. Così, attraverso la sua vocazione di scrittrice e le sue opere, Natalia Ginzburg tende a ricordarci l'importanza delle Grandi Virtù.
Riferimenti bibliografici
Ginzburg Natalia, 1962, Le piccole virtù, Torino, Einaudi.
––, 2021, “Les petites vertus”, Ypsilon, (“littérature”).
Benvenuti, Giuliana, 2000, “Natalia Ginzburg saggista”. Griseldaonline, [S. l.], v. 16, n. 1, 2017, in linea: https://griseldaonline.unibo.it/article/view/10477, consultato il 25/10/2022.
Scarpa Domenico., Natalia Ginzburg, Le Piccole Virtù: Saggio Introduttivo e Apparati Storico-Critici, Einaudi, Torino, 2012.
TRECCANI, Enciclopedia Treccani, s. v. Natalia Ginzburg, https://www.treccani.it/enciclopedia/natalia-ginzburg/, consultato il 24/10/2022.
WIKIPEDIA, Wikipédia, s. v. Le piccole virtù, in linea : https://it.wikipedia.org/wiki/Le_piccole_virt%C3%B9, consultato il 30/10/2022.
***, “The little virtues. Editions”, Goodreads, 2022, https://www.goodreads.com/work/editions/68908-le-piccole-virt?page=2, consultato il 1/11/2022.
Immagini
Natalia Ginzburg : Wikipédia
Le piccole vertù : IncipitMania, https://www.incipitmania.com/aut-g/ginzburg-natalia/le-piccole-virtu-natalia-ginzburg/ – https://emonsaudiolibri.it/audiolibri/le-piccole-virtu
Cette notice a été rédigée pour la revue ROMA 2/2022 par Marie Bongiovanni et Alexandrehuwart. |