L’anno 2020 resterà definitivamente nei manuali di storia per la pandemia di Covid 19 che l’ha attraversato. Le conseguenze ci colpiscono duramente. Sappiamo quanto l’Italia sia stata colpita dal virus. Per scoprire come un’università italiana ha gestito questa crisi, abbiamo intervistato una studentessa italiana. Le nostre prime domande riguardano il funzionamento tradizionale di un’università, al di fuori di qualsiasi situazione sanitaria problematica. La seconda parte delle nostre domande riguarda la gestione universitaria durante la pandemia di Covid.
La studentessa si chiama Bianca, ha 23 anni e studia lingue e letterature moderne all’Università di Trento. Fondata nel 1962, questa università si distingue per la reputazione delle sue facoltà di giurisprudenza e di sociologia che, nel maggio del ’68, si è ribellata contro il lato rigoroso, formale e anche arcaico dell’università, mostrandosi in prima linea durante i movimenti studenteschi di quegli anni. Volevano cambiare e far evolvere le idee. È una ribellione generale degli studenti che ha segnato la città e l’università di Trento. L’ateneo offre una scelta di undici facoltà diverse.
Prima di tutto, Bianca ci ha informato che a Trento bisogna passare un test d’ingresso per potersi iscrivere, e questo esame deve essere sostenuto dagli studenti in quasi tutta Italia. In Belgio, invece, avere il proprio “Diploma di Istruzione Secondaria Superiore”, in genere, è sufficiente per entrare nella maggior parte delle facoltà dell’università; per le altre è necessario superare un esame di ammissione. Poi, abbiamo affrontato il lato finanziario degli studi: l’anno accademico presso l’Università di Trento costa 2.384 €; è più costoso che in Belgio. Tuttavia, esistono numerose borse offerte, ad esempio, tramite la Dichiarazione Sostitutiva Unica (la Dichiarazione Sostitutiva Unica o DSU è un documento che contiene tutte le informazioni sul reddito dell’intero nucleo familiare, dal patrimonio mobiliare a quello immobiliare: e che serve per fare richiesta dell’ISEE, necessario per accedere alle agevolazioni per il sostegno al reddito). Esiste anche la «no tax area » che annulla le tasse d’iscrizione di studenti il cui Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Indicatore della Situazione Economica Equivalente, o l’ISEE, è un parametro che misura la situazione economica del nucleo familiare spesso necessario per accedere a prestazioni e servizi socio-assistenziali) è inferiore a 13.000 € annuali.
Per quanto riguarda gli alloggi, i prezzi sono paragonabili ai prezzi belgi per un alloggio per studenti. Infine, abbiamo parlato del folklore universitario. Bianca ci ha spiegato che non hanno gruppi di studenti che sono nella stessa facoltà come l’ULB, ma che ci sono attività come concerti, aperitivi o esposizioni d’arte; tuttavia, non sempre tutto questo è organizzato dall’università.
Alcune grandi facoltà di Trento, invece, organizzano due volte all’anno delle serate aperte a tutti, non hanno balli danzanti (“Thés dansants”, o “TD” in francese. Sono serate organizzate dai circoli studenteschi per gli studenti, che si svolgono in una sala chiamata Jefke) come all’ULB.
Durante il lockdown primaverile dell’anno accademico scorso, l’insegnamento è stato impartito online; infatti, con le nuove tecnologie digitali, gli studenti hanno potuto continuare a studiare senza mettere a rischio la loro salute.
I corsi si sono svolti più o meno allo stesso modo sia in Belgio che in Italia tramite l’utilizzo di diverse piattaforme come Zoom o Teams.
Mi sento e mi sono sentita supportata dall’università, grazie soprattutto al rettore e all’unione degli universitari (UDU), che fin dall’inizio si mettevano sempre in contatto con noi studenti. Anche le nostre professoresse ci scrivevano mail […]. Penso che la crisi, sia stata gestita bene dall’università, nella maniera più tempestiva possibile [...].
Alla fine dell’anno accademico 2019, anche gli esami delle sessioni estiva e autunnale sono stati fatti online.
In Belgio la situazione era la stessa che in Italia, perché anche lì gli studenti non sapevano con certezza come si sarebbero svolti gli esami. La paura era principalmente legata alla possibile precarietà della connessione WIFI di casa, ma anche la perdita di contatto umano con i professori ha spaventato. Per gli esami scritti, diverse università, tra cui l’Università di Trento, hanno chiesto ai loro studenti di mantenere accesa la videocamera del computer durante l’esame e di essere in una stanza con muri bianchi. Alcuni professori hanno chiesto la condivisione dello schermo durante l’esame. Bianca ci ha detto che non è d’accordo con questi metodi, per lei è una mancanza di fiducia verso gli studenti. Inoltre, alcune delle richieste sono state molto severe e difficili da rispettare.
Le università hanno gestito gli esami a modo loro. All’ULB hanno deciso di fidarsi degli studenti, ma non è stato così in tutto il Belgio.
Bianca non è più in un’università italiana e non ha potuto parlarci della situazione attuale. Abbiamo quindi completato le nostre ricerche.
Per l’inizio dell’anno accademico 2020-2021, la maggior parte delle università proponeva un metodo di insegnamento ibrido, con un’alternanza di scuola e lavoro a casa (Università Ca’ Foscari Venezia e Università degli Studi della Basilicata), con la messa a disposizione di piattaforme. In caso di corsi in classe, alcune università (Università Ca’Foscari Venezia e Università degli studi di Bergamo) hanno adottato il sistema di prenotazione della sede.
Come nel periodo del Codice Giallo in Belgio, la presenza sul campus è limitata ad una certa percentuale di studenti che sono tenuti ad applicare le misure sanitarie. Come per l’ULB, la presenza nella biblioteca richiede una prenotazione tramite un’applicazione.
Di recente, con i decreti ministeriali dovuti a l’intensificazione della diffusione del Covid 19, è stato annunciato che le università dovranno chiudere da venerdì 6 novembre fino al 3 dicembre, come avviene in Belgio.
Per concludere, l’Università di Trento è molto diversa dall’ULB per diversi aspetti. Prima di tutto, gli studenti in Italia hanno un esame d’ingresso, in Belgio gli esami di ammissione dipendono dalla facoltà scelta. Sebbene il costo dell’anno scolastico sia più elevato che in Belgio, esistono vari mezzi che permettono ad alcuni studenti di pagare i loro studi a prezzo ridotto.
Ma una delle maggiori differenze è il folklore studentesco, che non è così presente come in Belgio.
Per quanto riguarda il Covid-19, i corsi e gli esami si sono svolti sia in Belgio che in Italia online; però, una delle principali differenze è stata la modalità di valutazione degli esami.
A Trento, gli esami sono sembrati molto stressanti, con sistemi di monitoraggio molto severi. L’ULB ha preferito non imporre una stretta supervisione durante gli esami scritti. Alla fine, e la notizia è arrivata di recente, il 5 novembre, le università sono state chiuse come in Belgio.
Riferimenti bibliografici
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Cet article a été rédigé pour la revue ROMA 1/2020 par Célia Darquenne, Abigael Gillet & Daphné Lefèvre. |