Il soggetto pronominale richiesto o non richiesto nelle lingue romanze: uno studio storico

Un gran numero di lingue è nato a seguito della graduale scomparsa del latino come lingua viva. Si tratta delle cosiddette lingue romanze (LR), termine che designa tutte le varietà di lingue nate dopo il latino e che lo continuano. Tuttavia, se queste varietà derivano del latino, ciò non significa che non esistano differenze di rilievo tra la lingua matrice e le lingue derivate. L’obiettivo di questo articolo sarà di spiegare una di queste differenze, il parametro dell’obbligatorietà dell’espressione del soggetto pronominale. Per farlo, studieremo lingue dette «pro-drop» (soggetto pronominale non richiesto) come l’italiano o il latino e lingue «non-pro-drop» (soggetto pronominale richiesto) come il francese. Cercheremo anche di sviluppare alcune ipotesi sulla questione controversa delle cause di questa differenza.

Innanzitutto, analizzeremo il caso del latino. In questa lingua, a tendenza “sintetica”, la persona è codificata nella forma verbale (1), quindi il soggetto pronominale non è richiesto. Eppure, è anche possibile che il soggetto sia espresso. Visto che il latino è una lingua casuale, il pronome personale si mette al nominativo (soggetto della frase) per sottolineare la persona che designa (2) o per metterlo in parallelo con il pronome che designa un’altra persona (3). Tranne questi casi, in cui l’espressione del pronome soggetto è soprattutto un effetto di stile, il pronome in latino è necessario nel caso particolare della proposizione infinitiva, che esprime il soggetto all’accusativo. Nelle infinitive, il verbo è all’infinito e di conseguenza, la persona non può essere identificata dalla desinenza verbale. Il soggetto è quindi espresso per sopperire all’ambiguità della forma verbale non finita (4). Ciò detto, nella maggior parte dei casi, il latino non esprime il soggetto pronominale. 

(1) Crustulum cum malis edo 
= Mangio una torta di mele

(2) Huic ego me bello ducem profiteor 
= (Io) mi dichiaro capo per questa guerra
(Cicéron, In Catilinam, II, 11)

(3) Ego vero te quam primum, mea vita, cupio videre et in tuo complexu emori 
= Io, desidero veramente vederti, te, vita mia, il più presto possibile, e morire tra le tue braccia
(Cicéron, Epistulae ad Familiares, XIV, 4)

(4) Dico nos Romam ire 
= Dico che andiamo a Roma

Il panorama offerto dalle LR è più complesso. In effetti, si dividono in due gruppi principali, le lingue «pro-drop», come l’italiano e le lingue «non-pro-drop», come il francese. Ciò significa che l’espressione del pronome soggetto è facoltativa in italiano ma è obbligatoria in francese. 

Per esempio, la frase (1) in latino: Crustulum cum malis edo

In italiano abbiamo: Mangio una torta di mele

Mentre in francese: Je mange une tarte aux pommes

La scelta dell’espressione del soggetto pronominale è lasciata alla persona che si esprime in italiano moderno perché la morfologia verbale dà le informazioni richieste sul numero e sulla persona senza ambiguità, esattamente come in latino. Ogni volta che un verbo in italiano viene usato nella sua forma finita, la desinenza indica chiaramente il suo soggetto, senza bisogno di esprimerlo.

Esistono tuttavia anche in italiano forme verbali che non possono essere distinte da un’altra soltanto attraverso la desinenza verbale. È il caso delle prime tre persone del congiuntivo presente e delle due prime del congiuntivo imperfetto. Queste forme verbali sono identiche fra di loro e, di fatto, richiedono la presenza del pronome soggetto per chiarire il senso. 

Questa caratteristica verbale non è direttamente legata al latino, ma è invece una conseguenza dell’evoluzione fonetica tra la matrice latina e l’italiano. In effetti, in latino, non è necessario esprimere il pronome soggetto al congiuntivo (5) et (6):

(5) Opto ut uenias 
= Voglio che tu venga

(6) Optabam ut uenires 
= Volevo che tu venissi

A parte questo, abbiamo dei casi in italiano in cui l’espressione del pronome soggetto è obbligatoria per ragioni comunicative. Un esempio molto interessante da analizzare è quello dell’inversione tra il pronome soggetto e il verbo che interviene quando c’è una focalizzazione di quel pronome. 

Questo tipo di struttura esiste anche in latino e in francese. In queste tre lingue, il pronome soggetto diventa quindi obbligatorio, come lo mostra la frase (3):

In latino: 

Ego vero te cupio videre

In italiano abbiamo: 

Sono io che voglio veramente vederti 

E in francese: 

C’est moi qui veux vraiment te voir.

Come abbiamo detto prima, nel francese moderno il soggetto pronominale è quasi sempre richiesto. Ci sono eccezioni nel caso di una successione coordinata di predicati con tempi, persone e modi identici (7) o per alcuni registri come lo stile telegrafico (8). Per capire questa differenza dobbiamo tornare al francese antico. In quest’epoca, il francese somigliava alle altre lingue romanze, soprattutto nel caso del soggetto non necessariamente espresso (9). Inoltre, quando era espresso, il suo impiego era più largo che in francese moderno. Nella posizione preverbale poteva indossare l’accento della frase ed essere disarticolato (10). Poteva anche essere coordinato e determinato (11) e quindi funzionava come un sintagma nominale. Infine, in francese antico, si poteva anche trovare il soggetto pronominale in posizione postverbale (12). Vediamo quindi che in francese antico, la presenza del soggetto pronominale era meno rara che in latino senza poter dire che l’antico francese fosse una lingua «non-pro-drop». Le possibilità di utilizzo erano anche più numerose rispetto al francese moderno.

(7) Il se leva et sortit

Il pronome soggetto del verbo “sortir” non è necessario.

(8) Suis bien arrivé

(9) Alez en est en un verger suz l’umbre 
= Se n’è andato sotto l’ombra di un frutteto
(Chanson de Roland, vers 1100)

(10) Et ele tant le conforta que ele en santé le remist 
= E lei lo confortò tanto che lei lo rinvigorì 
(Jehan et Blonde, vers 1230)

(11) Jou et mi homme nous voulons vengier d’aus 
= Io e i miei uomini vogliamo vendicarci di loro 
(Clari, la Conqueste de Constantinople, après 1205)

(12) S’irons tornoier moi et vos 
= Io e voi andremo a giostrare 
(Chr. de Troyes, Yvain, vers 1177)

La ragione per cui il pronome soggetto è richiesto in francese e in alcune altre lingue romanze rimane ancora poco chiara. 

Una prima possibilità sarebbe l’influenza delle lingue germaniche sul francese e i dialetti dell’Italia settentrionale, tuttavia questa ipotesi non spiega l’evoluzione del pronome soggetto in portoghese brasiliano e nello spagnolo caraibico (Puerto Rico, Cuba Santo Domingo), lingue «non-pro-drop» che non hanno avuto nessun contatto con le lingue germaniche. 

Un’altra ipotesi possibile è che i pronomi soggetto richiesti in francese risulterebbero dalla mancanza di distinzione tra le forme verbali coniugate. In effetti, la maggioranza dei verbi in francese distinguono oralmente soltanto tre forme all’indicativo presente tranne alcuni verbi che ne distinguono quattro (être, avoir, aller). Ma di nuovo, l’ipotesi non è soddisfacente perché le lingue retoromanze e i dialetti dell’Italia settentrionale hanno una più grande diversità nelle loro desinenze dei verbi, eppure, il pronome soggetto viene sempre espresso. Inoltre, ci sono dei dialetti più meridionali come il napoletano in cui i pronomi soggetto non vengono mai espressi benché le desinenze verbali non si distinguano tra di loro.

Negli studi correnti ci sono altre ipotesi, la più convincente è probabilmente il fatto che il pronome soggetto aveva un valore enfatico nel parlare, senza che fosse richiesto. Sarebbe l’uso ripetuto che alla fine l’avrebbe reso necessario. Ma anche questa ipotesi è da prendere con prudenza perché i testi del Medioevo variano molto in base a diversi fattori. La cosa di cui siamo sicuri è che l’espressione del soggetto in francese è cominciata in francese antico. Innanzitutto, postverbale nel XIII secolo, il pronome soggetto sarebbe scivolato in posizione preverbale dove avrebbe perso la sua proprietà predicativa (10) e il suo accento di frase, dopo di che sarebbe diventato enclitico tra il XIII e il XV secolo.

Riferimenti bibliografici 

Balon, Laurent & Pierre larrivée, 2014, « L’ancien français n’est déjà plus une langue à sujet nul–nouveau témoignage des textes légaux », Journal of French Language Studies, p. 221-237.
Cabredo hofherr Patricia, 2004, « Les clitiques sujets du français et le paramètre du sujet nul », Langue française, 141/1, pp. 99-109.
Hasenohr Geneviève & r Guy aynaud de lage, 2019, Introduction à l’ancien français, 3e édition entièrement revue par G. Hasenohr avec la collaboration de M.-M. Huchet, Malakoff, Armand Colin.
Goux Mathieu & Pierre larrivée, 2020, « Expression et position du sujet en ancien français : le rôle de la personne pronominale », in 7e Congrès Mondial de Linguistique Française
Ledgeway Adam, 2022, « Á la recherche d’une Explication de la Division Nord-Sud : Les Paramètres de Variation au Niveau de la Proposition », Centre de Recherche LaDisco, Université Libre de Bruxelles, 15/11/2022.
Prévost Sophie, 2011, « Expression et position du sujet pronominal en français : évolution en français », L’Évolution grammaticale à travers les langues romanes, Paris, Vrin, pp. 13-33. 
TRECCANI, L’Enciclopedia dell’Italiano, lettere ed arti : Vocabolario, [s.d.], s.v. soggetto, in linea : https://www.treccani.it/enciclopedia/soggetto_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/, consultato il 2/11/2022.

revue roma blanc 120 Cette notice a été rédigée pour la revue ROMA 2/2022 par Augustin Abdelhac, Slim Bennaflaet Aaron Gooris.
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