Osservazioni sul lessico delle lingue romanze

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Per capire come funziona una lingua è importante conoscere le tradizioni che la influenzano. Abbiamo deciso di concentrarci sulla lessicologia e l’onomasiologia, analizzando anche le espressioni idiomatiche, al fine di comprendere l’immaginario e le tradizioni che influenzano le lingue romanze durante il loro sviluppo. Inizieremo con un commento sull’influenza sul lessico romanzo del Cristianesimo, che è la religione fondamentale del Medioevo, periodo in cui si svilupparono le lingue romanze, poi faremo un’analisi comparativa delle origini delle espressioni idiomatiche presentate in questo articolo.

L’influenza del Cristianesimo nella lingua latina è evidente. Non è possibile elencare tutti i campi linguistici su cui la religione cristiana ha avuto un impatto. È per questo che, in questo saggio, parleremo soltanto di tre aspetti: gli edifici di culto, i nomi dei giorni della settimana e il Natale. Ci concentreremo quindi sull’onomasiologia, branca della lessicologia (lo studio dei lessici) interessata alle varie realizzazioni di uno stesso concetto o di una medesima realtà.

Gli edifici di culto

Prima del Cristianesimo, la parola usata per designare gli edifici di culto pagani era templum. Quando la religione cristiana viene riconosciuta, non vuole più la parola pagana. Quindi, i cristiani hanno cercato una “nuova” parola in greco antico per latinizzarla. La suddetta parola è: ecclesia. Quest’ultima si trova poi in tutte le lingue romanze, tranne nella lingua rumena: il rumeno ha preso in prestito la parola greca basilike, che diventa basilica nella lingua latina, e bisericā in rumeno.

All’inizio, ecclesia significava l’assemblea dei fedeli, in seguito il significato muta. In modo metonimico, designa quindi l’edificio nel quale si riuniscono. La parola è diventata greja in portoghese, iglesia in spagnolo, église in francese e chiesa in italiano. Ad esempio in sardo troviamo la parola eliza.

Peraltro, la parola greca basilike voleva dire all’inizio “la casa del re”. Il senso latino (poi rumeno) ha un po’ cambiato significato, cioè: il re dei cristiani ossia Dio.

I nomi dei giorni della settimana

I nomi cristiani dati ai giorni della settimana sono un esempio di tentativo di cancellare la cultura pagana e rimpiazzarla con quella cristiana. Il sistema proposto dal Cristianesimo dava un numero ai giorni a partire dal giorno di Dio (la domenica). Questo tentativo ha funzionato soltanto in portoghese.

Il sistema latino, inoltre, era legato ai pianeti. Da qui in poi, ogni lingua romanza ha mantenuto o no la parola dies del latino. Ad esempio, in francese e in italiano, si ottiene il nome del giorno aggiungendo dies al nome del pianeta, nella lingua catalana aggiungendo il nome del pianeta alla parola dies. Nella lingua rumena, c’è un’ellisse del dies quindi i nomi dei giorni sono costituiti soltanto dal nome che deriva appunto dai pianeti. 

In tutte le lingue romanze, il Cristianesimo ha sostituito due parole per i giorni della settimana; altri, sono rimasti tali, cioè con i loro nomi pagani: il sabato viene dalla tradizione ebraica, essendo giorno di riposo. Il lunedì era il giorno della Luna (latino: Lunae dies), martedì di Marte (Martis dies), mercoledì di Mercurio (Mercuri dies), giovedì di Giove (Iovis dies), venerdì di Venere (Veneris dies). Sabato era in origine il giorno di Saturno (Saturni dies). Domenica (Solis dies, giorno del sole).

Per quanto riguarda la domenica, simboleggia la resurrezione di Gesù, cioè il giorno del Signore: diem dominicam.

  • In spagnolo, i giorni sono lunes, martes, miércoles, jueves, viernes, sábado e domingo.
  • In italiano, i giorni sono lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica.
  • In rumeno, i giorni sono luni, marti, miercuri, joi, vineri, câmbata e duminica.
  • In francese, i giorni sono lundi, mardi, mercredi, jeudi, vendredi, samedi e dimanche.
  • In portoghese, i giorni sono a segunda-feira, a terça-feira, a quarta-feira, a quinta-feira, a sexta-feira, o sábado, o domingo.

Natale

Vi sono quattro origini legate al nome della festa di Natale nelle lingue della Romània.

La prima origine è l’espressione latina che sta per “giorno di nascita”, cioè in latino natale die. Dopo l’ellisse della parola die, la sola parola natale dà origine alla parola portoghese Natal, catalana Nadal, italiana Natale e francese Noël.

La seconda viene dalla parola latina navitatem, che significa ‘nascita’. La parola spagnola Navidad per ‘Natale’ viene da questa parola.

La terza espressione la si trova soltanto in sardo. Per capire questo nome riferito alla festa, bisogna sapere che Natale è la seconda festa più importante agli occhi dei cristiani, dopo la festa di Pasqua. È per questo che la lingua sarda ha usato un suffisso diminutivo aggiunto alla loro parola per Pasqua. Quindi Natale si dice così: paskizedda, ossia, la piccola Pasqua.

L’ultima espressione, quella rumena, viene dalla parola slava kertsuni, che designa il tronchetto. Oggi, con l’evoluzione della lingua rumena, si dice: Craciu. È possibile che ci fosse una parola più antica che è stata sostituita da questo nuovo vocabolo in modo metonimico.

Oltre all’influenza del Cristianesimo sul lessico romanzo, ci si pone la domanda, se il Cristianesimo abbia influenzato le lingue romanze in qualche altro modo, oppure se altre tradizioni hanno avuto un’influenza qualunque. È quindi interessante concentrarsi sulle origini delle espressioni idiomatiche che testimoniano la creatività di chi parla una lingua. Il campione scelto per questa analisi è lo stesso presentato nella sezione “Espressioni idiomatiche” di questa rivista. Trattandosi di un’analisi comparativa, sono state mantenute solo le espressioni che presentano un’immagine simile in tutte le lingue romanze (84 % del corpus ossia 74 espressioni). Questa ricerca potrebbe essere fatta grazie al sito Expressio.fr, creato da Georges Planelles nel 2005.

I risultati mostrano che la categoria più comune è quella del corpo umano (18 %), seguita da natura e animali (16 %), poi letteratura (14 %), Cristianesimo e Bibbia (9 %), vita di città (7 %), vita quotidiana (7 %), cibo (7 %) e infine vita contadina (4%). La categoria “altro” è del 7 % in cui possiamo vedere emergere due nuove categorie: espressioni legate a vicende storiche (ad esempio: attraversamento del Rubicone) ed espressioni che presentano una metafora della verginità, sacra all’epoca e sinonimo di purezza, che richiama anche l’influenza del Cristianesimo. Vediamo anche che l’immaginazione attorno a queste espressioni è fortemente influenzata dall’ambiente vicino a chi parla, soprattutto dal corpo umano, dalla natura e dagli animali che lo circondano. Per quanto riguarda le espressioni letterarie, provengono, per la maggior parte, dalla letteratura latina e quindi esistevano già prima della creazione delle lingue romanze. Infine, possiamo ancora vedere che il Cristianesimo ha una forte influenza, specialmente con le sue espressioni tratte dalla Bibbia o legate al Diavolo.

In conclusione, possiamo vedere che le lingue romanze sono soggette a diverse influenze come quella del Cristianesimo, la religione dominante in Europa nel Medioevo. Notiamo anche che l’ambiente vicino ai relatori ha fortemente influenzato il lessico romanzo. Così, le espressioni idiomatiche ed il lessico di una lingua sono preziose testimonianze della storia di questa lingua.

Curiosità: Le tradizioni che influenzano una lingua non lavorano solo durante lo sviluppo di essa: pensiamo all’influenza dell’inglese sul nostro lessico oggi.

Riferimenti bibliografici

EXPRESSIO, Les expressions françaises décortiquées, https://www.expressio.fr/, consultato il 5 dicembre 2020.
VARVARO A., Linguistique romane: cours d’introduction, Presses universitaires de Namur, 2010.

revue roma blanc 120 Cet article a été rédigé pour la revue ROMA 1/2020 par Flore Devolder & Sylvain Rivet.
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