Silvia Avallone : Da dove la vita è perfetta

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Silvia Avallone è una scrittrice e poetessa italiana, nata l’11 aprile a Biella, in Piemonte.

Ha studiato filosofia a Bologna.

Sebbene questa scrittrice abbia scritto per la prima volta una raccolta di poesie nel 2007 (Il libro dei vent’anni), è con il suo primo romanzo Acciaio, pubblicato nel 2010, che sarà conosciuta dal grande pubblico. Quest’ultimo è un successo; viene tradotto in diverse lingue, adattato per il cinema e Avallone riceve anche il premio Campiello Opera Prima.

Successivamente, altri tre romanzi sono stati pubblicati dalla scrittrice: La lince nel 2011, Marina Bellezza nel 2013 e La vita perfetta nel 2018.

In un’intervista a Thriller Nord, spiega cosa significa per lei la letteratura e cosa significa scrivere. Per Avallone si tratta di

cercare parole che servano alle cose, parole che possano conservare, rivelare, la vita degli altri, gli oggetti che ci circondano, le sensazioni che proviamo.

Un modo per onorare un piccolo pezzo di realtà, per farlo uscire dall’oblio.

Ci dice anche che è nel suo ultimo romanzo, La vita perfetta, che ha nascosto questa piccola parte di sè.

 ROMA 01 LT 07 02Dolore viscerale. Grida stridenti. Sforzi presto ricompensati dall’arrivo di questo bambino inaspettato e inopportuno. Adele, originaria del Comune di Lombriconi, ha solo 18 anni. Quanto al padre, Manuel, è in prigione. Ha preso l’autobus per la clinica da sola. Ed è sola quando partorisce in questa sala dell’ospedale. Quale altra scelta per questa giovanissima adulta se non quella di lasciare la sua bambina, ormai attesa, ad un’altra coppia, sicuramente desiderosa di figli? Pochi minuti tra lei e sua figlia prima di abbandonarla… Nel centro di Bologna, Dora è un’insegnante di italiano. La coppia che forma con Fabio, architetto, si disintegra gradualmente, tra fecondazione in vitro e micro iniezioni. Impotente di fronte a questa sterilità, amara e triste al tempo stesso nel vedere tutti i suoi tentativi falliti uno dopo l’altro, Dora abbandona la speranza di poter partorire un giorno…

Niente sembra legare il destino di Dora e Adele. Una ricca, l’altra povera. Una istruita, l’altra non istruita. Una vive nel centro di Bologna, l’altra in periferia. Niente lega queste due donne tranne la maternità. Ardentemente desiderata dall’una, accidentale e sofferta per l’altra. Intorno a loro, donne disprezzate o ammalate. Gli uomini sono trafficanti, alcolizzati, codardi, irresponsabili o addirittura infedeli. Solo Zeno, l’amico di Adele, cresciuto in un liceo classico, sembra allontanarsi da un destino al quale sembrava predestinato.

La nostra prima reazione all’inizio del romanzo è stata quella di sentirci piuttosto a disagio nei confronti di Adele e della sua situazione di giovane madre in procinto di abbandonare sua figlia.  In seguito non abbiamo più avuto pietà nei confronti della coppia di Dora e Fabio.  È sterile e desidera un figlio più di ogni altra cosa al mondo e Fabio è volubile con lei.  Sentiamo che non sono più a posto nella loro relazione ed è per questo che Fabio sta andando altrove.  Quando ci soffermiamo su Manuel, abbiamo più di quello che sembra disgusto per questo delinquente che si rifiuta di assumersi ogni responsabilità.  Lascia Adele completamente sola di fronte a questo calvario senza assumersi la sua parte di colpa.  Ma ci si rende conto degli stretti legami che uniscono tutti questi personaggi e non puoi fare a meno di rimanere coinvolto nella storia e vuoi solo sapere cosa verrà dopo.

A prima vista, ciò che ci ha colpito è stata la scrittura semplice di Avallone.  Non esita a usare un vocabolario familiare e persino ad arrivare agli insulti in modo che il suo stile di scrittura si adatti perfettamente all’immagine del quartiere che sta cercando di trasmettere.  Le sue frasi sono brevi e comprensibili, non devi leggerle tre volte per capirle.  Questa semplicità linguistica aiuta il lettore a entrare nel libro senza artifici. Avallone ha un talento nel dirigere e descrivere le scene in modo che il lettore possa facilmente immaginarle. L’autore descrive due realtà ben presenti in Italia.  Quella dei ricchi abitanti del centro cittadino e quella dei più poveri dei quartieri malfamati.  Possiamo anche vedere sogni di ascensione sociale.  Tuttavia, abbiamo qui, in un contesto di amicizia, miseria sociale ed emotiva, una trama sulla maternità, tutte le sue sfaccettature vengono esplorate.  Dalla gravidanza accidentale all’infertilità, compreso l’aborto, il parto sotto X e le madri surrogate.

Diremo che è un libro che tratta un argomento che rimarrà sempre attuale.  Questo è un libro molto forte e intenso che esplora molti argomenti nonostante il suo vocabolario familiare.

Il libro è stato tradotto in francese e il titolo è La vie parfaite.

Tra i tanti temi trattati nell’ultimo romanzo di Silvia Avallone, quello che ci colpisce per primo è necessariamente la povertà. Adele, infatti, proviene da un sobborgo di Bologna, il quartiere “Lombriconi”. Questa periferia è, come tutte le periferie del mondo, abitata dalla povertà, dalla corruzione, dalla droga, dall’esca del denaro facile... Ma anche dalla speranza di un futuro migliore, di una vita più perfetta. Questa speranza che nasce in un clima di amicizia forte e incrollabile e di amore materno per i propri figli.

Questo amore ci porta al secondo tema di questo romanzo, che è senza dubbio il tema principale: la maternità.

Silvia Avallone si avvicina alla maternità da tutti i punti di vista; da un lato seguiamo la vita di Adele, una diciassettenne che si trova incinta senza volerlo. Mentre dall’altra parte della città, nel centro di Bologna, troviamo Dora, una giovane insegnante di letteratura, che da anni tenta di avere un figlio con suo marito Fabio, senza successo…

Infine, la maternità è presente anche nel quartiere Lombriconi, dove le madri di adolescenti sono a volte indigenti, al punto che alcuni bambini finiscono per essere la mamma della loro mamma. È il caso di Zeno, che si prende cura di sua madre malata, che non parla più...

Da dove la vita è perfetta è una vera ragnatela, seguiamo la vita di tanti personaggi diversi con destini intrecciati.

Non si può ignorare il gioco di specchi che esiste tra le due donne in questo romanzo: Adele e Dora. Una di loro sta fallendo a scuola, involontariamente incinta nei quartieri poveri. L’altra, insegnante di letteratura, incapace di partorire nel centro di Bologna. C’è una vera e propria dualità tra queste due donne!

La scrittura di Silvia è semplice e cruda. Va dritta al punto. Questo dà al lettore l’incontenibile desiderio di voltare le pagine di questa vita perfetta!

Per concludere, possiamo semplicemente dire che quest’ultimo romanzo di Silvia Avallone vale la pena di essere letto. Tra risate e lacrime, gioia e rabbia, ingiustizia e lotte per una vita più perfetta... la scrittrice ci porta attraverso queste montagne di emozioni, ed è bellissimo!

Riferimenti bibliografici

DE BASTIANI S. e FONTENOVA M. (a cura di), “Intervista a SILVIA AVALLONE”, Thriller Nord, http://thrillernord.it/intervista-a-silvia-avallone/, consultato il 07/11/2020.
LIPAROTI A., 2017, “Se i libri non fossero oggetti erotici, leggerli o scriverli sarebbe terribilmente noioso”, Il Libraio, https://www.illibraio.it/news/dautore/intervista-silvia-avallone-495314/, consultato il 07/11/2020.
PALOMBARI S., 2018, “La vie parfaite, roman de Silvia Avallone”, L’Italie à Paris, https://www.italieaparis.net/actualite/news/la-vie-parfaite-16264/, consultato il 07/11/2020.
Immagini
SILVIA AVALLONE: https://fr.wikipedia.org/wiki/Silvia_Avallone#/media/Fichier:Silvia_Avallone_2019.jpg
Da dove la vita è perfetta: https://www.amazon.it/dove-vita-perfetta-Silvia-Avallone-ebook/dp/B06XPYGFCS

revue roma blanc 120 Cet article a été rédigé pour la revue ROMA 1/2020 par Phoehe Bruyère, Juliette Panis & Zoé Roth.
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